“Ma le cinture di sicurezza vanno allacciate anche dietro?”. Non è raro sentire affermazioni di questo genere relative al viaggiare in auto. E pensare che la norma che ha reso le cinture obbligatorie anche sui sedili posteriori è vecchia di ben 30 anni. Eppure, gli italiani sono ancora troppo poco attenti a questo particolare.
A lanciare l’allarme è stata nei giorni scorsi l’Unisca (Associazione nazionale autoscuole) che ricorda dati impietosi: appena il 15% dei nostri connazionali allaccia le cinture di sicurezza sui sedili posteriori e soltanto il 62% su quelli anteriori.
Ormai un secolo fa (era il 1927) i fondatori della Volvo Assar Gabrielsson e Gustaf Larson dissero: “Le auto sono guidate dalle persone. Quindi il principio portante alla base di tutto ciò che facciamo alla Volvo è – e dovrà rimanere sempre – la sicurezza”. Fedele a questo principio, nel 1959 la casa svedese inventò e rese di serie – concedendo il libero utilizzo del brevetto a tutti i costruttori di automezzi – la cintura di sicurezza a tre punti. Il prossimo passo è quello di dotare tutti gli autoveicoli di sensori e intelligenza artificiale per riconoscere quando una persona è stanca e/o disattenta.
In attesa di questi altri passi in avanti della tecnica e della tecnologia al servizio dell’uomo, è importante fare tutto quello che è previsto dal Codice della strada e dal buonsenso.

La denuncia
“Non trasformare il tuo corpo in un’arma letale. Allaccia sempre le cinture di sicurezza, che tu sieda davanti o dietro”, recita il messaggio del post su Facebook – particolarmente crudo – con cui Unisca ha riproposto una campagna di sensibilizzazione degli anni ’90. Del resto, purtroppo, la notizia non è vecchia ma decisamente attuale.

Attenzione: immagini forti!

Manuel Picardi dell’Unisca a sottolineato all’Ansa come “gli italiani di allacciare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori, proprio non ne vogliono sapere. È singolare che a quasi 30 anni dall’introduzione dell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza per tutti gli occupanti dei veicoli, ancora oggi gli automobilisti ci chiedano da quando sia stata introdotta questa norma anche dietro. Il senso di protezione che ha un passeggero trasportato sui sedili posteriori è inversamente proporzionale al reale rischio a cui si sta esponendo gli occupanti dei sedili anteriori. In caso di un brusco rallentamento, lo spostamento in avanti di un corpo umano non adeguatamente fissato ai sedili, può comportare gravi conseguenze anche, e soprattutto, agli occupanti dei sedili della fila anteriore. Fortunatamente l’Unione Europea ha previsto che dal 2025 tutti i veicoli di nuova produzione siano dotati del dispositivo reminder (avvisatore acustico) in caso di mancato utilizzo delle cinture di sicurezza anche sui sedili posteriori”.

I Paesi del nord i più rispettosi
Secondo le più recenti statistiche ETSC (European Transport Safery Council) tedeschi, inglesi, svedesi ed estoni sono i più diligenti allacciando le cinture anteriori nel 98% dei casi. Ungheresi e serbi si attestano all’82% mentre tra i peggiori ci sono italiani e croati con rispettivamente 62% e 61%.
Molto peggio se si analizza quello che succede sui sedili posteriori: la Serbia le considera praticamente un optional (le indossa solamente il 7%), gli italiani non fanno meglio col 15%, a seguire i lituani al 33% e a salire tutti gli altri.

Sanzioni fino a 326 euro e sospensione della patente
L’articolo 172 del Codice della strada al comma 10 recita: “Chiunque non fa uso dei dispositivi di ritenuta, cioè delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 81 ad euro 326. Quando il mancato uso riguarda il minore, della violazione risponde il conducente ovvero, se presente sul veicolo al momento del fatto, chi è tenuto alla sorveglianza del minore stesso. Quando il conducente sia incorso, in un periodo di due anni, in una delle violazioni di cui al presente comma per almeno due volte, all’ultima infrazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da quindici giorni a due mesi, ai sensi del capo I, sezione II, del titolo VI”.

 

Articoli correlati