Luglio 2021 è l’anno nero del mercato delle vendite auto. Nonostante il rinnovo degli incentivi, infatti, si registra un crollo del -28,1% sul 2019 e addirittura del -19,4% sul 2020 – anno della pandemia – come denunciato da UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri). In termini quantitativi, si parla di 250.000 immatricolazioni in meno nei 7 mesi 2021 e di 500.000 nel 2020.

Il rinnovo degli incentivi – ha affermato il presidente UNRAE Michele Crisci (tra l’altro anche presidente di Volvo Italia) – era un provvedimento atteso, ma l’entità delle risorse risulta chiaramente inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro 6. È quello che ripetutamente abbiamo chiesto come UNRAE e che è stato recepito da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa invece prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato.

Da tempo l’UNRAE lavora per sensibilizzare le Istituzioni su questi temi, indicando nel parco circolante vecchio e inquinante il malato a cui staccare la spina, per avviare una transizione sostenibile senza distruggere occupazione e mercato.

Siamo contenti – conclude il Presidente dell’UNRAE – che lo stesso Ministro dell’Ambiente abbia riconosciuto l’urgenza di sostituire i veicoli altamente inquinanti, ancora in circolazione, con vetture Euro 6 o ibridi di nuova generazione a costi accessibili, una ragione in più perché tutto il Governo decida di rifinanziare la rottamazione delle vecchie auto prolungando gli incentivi anche nei prossimi mesi”. 

Luglio 2021 col pollice all’ingiù

A luglio di quest’anno con 110.282 immatricolazioni si tocca, purtroppo, il punto più basso del 2021 per le vendite auto. A preoccupare è anche il dato che evidenzia per la prima volta il calo non solo nei confronti dello stesso mese del 2019 ma anche di luglio 2020, l’anno appunto della pandemia e del cosiddetto lockdown. La diminuzione rispetto alle 136.768 immatricolazioni di luglio 2020, che ancora non beneficiava nemmeno degli incentivi della Legge Rilancio, è appunto del 19,4%, mentre verso le 153.331 unità di luglio 2019 il calo è del 28,1%. 

E gli incentivi? Rischio di un autunno ancora più cupo

“Il rinnovo degli incentivi – aggiunge ancora il presidente dell’UNRAE Michele Crisci – era un provvedimento atteso, ma l’entità delle risorse risulta chiaramente inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro 6. È quello che ripetutamente abbiamo chiesto come UNRAE e che è stato recepito da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa invece prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato”.

-800.000 unità in un anno e mezzo

Come accennato sopra, nei primi sette mesi dell’anno la perdita nelle vendite auto rispetto al 2019 è cresciuta di circa 250.000 unità (-19,5% con 1.236.481 immatricolazioni), con una previsione a fine anno di almeno -300.000. Se a questa cifra si aggiungono le -500.000 vetture immatricolate nel 2020 si arriva a una voragine di oltre 800.000 unità.

Panoramica di mercato

A luglio 2021 si segnala, inoltre, un forte calo delle immatricolazioni dei privati, con una quota del 61,8% del totale (-1,4 punti sul 2020). UNRAE segnala, infine, che tra le alimentazioni forti flessioni interessano benzina, diesel e metano che si portano nel mese rispettivamente al 27,4% di quota (31,5% nel cumulato), al 22,7% (24% nei 7 mesi) grazie anche al noleggio, e al 2% (2,4% in gennaio-luglio). Il Gpl sale all’8,4% di rappresentatività (6,6% nel cumulato). In rapida e progressiva ascesa le vetture elettrificate: le ibride salgono al 29,4% di quota (in crescita rispetto al 27,6% del cumulato), le plug-in arrivano al 5,6% di share (4,4% nei 7 mesi), grazie anche al supporto del noleggio (senza il quale si fermerebbero al 4%), e le elettriche raggiungono il 4,6% (3,5% nei 7 mesi).

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