Oggi 19 marzo 2020 associata all’onomastico di San Giuseppe si festeggia la Festa del Papà. Una ricorrenza bellissima, che cade però in un momento davvero particolare per il nostro Paese e non solo, con tutti quanti noi a fare i conti con l’emergenza Corona Virus. Prima di ripercorrere la storia che ha portato all’istituzione di questa festa, da parte di Doctor Glass va un augurio a tutti i papà: a coloro che lo sono diventati da poco, a quelli che lo sono da più anni, a quelli che sono diventati nonni o addirittura bisnonni e quindi di figli, figli dei figli e figli dei figli dei figli hanno avuto la gioia di vederli nascere e crescere.

AI PAPÀ IN PRIMA LINEA
Un augurio doppio
va poi a tutti i papà che insieme alle altre persone in questa fase sono impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza: medici, infermieri, amministratori locali, forze dell’ordine, così come a tutte le altre categorie che si mettono alla guida per garantire la produzione e il trasporto delle merci, l’efficienza dei servizi di pubblica utilità, di emergenza e di altre attività di primaria necessità, da coloro che si trovano negli ospedali alle decine di milioni di persone che vivono e lavorano pazientemente in casa.

L’IMPEGNO DI DOCTOR GLASS
In questo momento di difficoltà dovuto al Covid-19, per tutelare la salute dei nostri collaboratori e dei nostri clienti abbiamo deciso di ridurre l’apertura dei centri Doctor Glass, mantenendo operativi solo quelli necessari a garantire una copertura territoriale. Invitiamo gli automobilisti a recarsi nei centri solo se per comprovata emergenza, al fine di circolare con un veicolo in sicurezza. Resta attivo il nostro numero verde 800.10.10.10 e aggiornato l’elenco dei centri sul sito.

LA STORIA DELLA FESTA DEL PAPÀ
Questa ricorrenza è celebrata in molti comuni di tradizione cristiana e associata a San Giuseppe, padre putativo di Gesù, morto proprio in questo giorno (negli USA il Daddy’s day è la terza domenica di giugno, mentre in Russia il 23 febbraio, giorno dei “Difensori della patria”). Il culto di questo santo inizia a essere praticato e diffuso nell’Anno Mille da alcuni monaci benedettini. Papa Sisto IV nel ‘400 inserisce questa festa nel calendario romano, mentre nel 1871 la Chiesa proclama San Giuseppe “protettore dei padri di famiglia”. Per molti anni e fino al 1976 il 19 marzo è rimasto un giorno festivo a tutti gli effetti, anche a livello civile.
Se la tradizione di fare i falò – segnando il passaggio dall’inverno alla primavera – quest’anno è sospesa, quella di fare le zeppole o i bignè di San Giuseppe può essere un’occasione per ingannare un po’ di tempo a casa, applicando le tradizionali ricette o inventandosi qualche variante per rendere la festa ancora più speciale. Perché questi dolci? Si narra che Giuseppe durante la fuga in Egitto si mise a vendere frittelle per poter guadagnare i soldi per mantenere la famiglia.

Ancora un augurio a tutti! Torneremo presto ad occuparci della vostra auto a tempo pieno. #andràtuttobene

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