Le immatricolazioni 2021 per il mercato auto europeo procedono su due strade parallele. La prima fa segnare un +73,7% nel confronto maggio 2021 su maggio 2020. Se, però, si imbocca la via che confronta 2021 con l’anno pre-pandemia del 2019 le cose non vanno altrettanto bene: sotto la bandiera a scacchi si scende alla pesante media del -25% (-1,7 milioni di immatricolazioni). In Italia la situazione va ancora peggio, con un -27,9%, dovuto anche al graduale esaurimento, senza rinnovo, degli incentivi statali riguardanti la fascia più importante dei 61/135 g/Km. A evidenziarlo sono i dati periodici pubblicati da UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).

L’ITALIA PERDE UNA POSIZIONE

In particolare, tra i principali mercati nazionali europei l’Italia – con 142.730 immatricolazioni a maggio – scende di una posizione sul podio calando al terzo posto, preceduta da Germania (230.635) e Regno Unito (156.737). Per l’Italia, purtroppo, si tratta del peggiore dato degli ultimi mesi, sostenuti in un tentativo di ripresa dagli incentivi, però ormai finiti nelle classi più statisticamente significative. I veicoli immatricolati a maggio 2021 sono stati appunto 142.730 con circa 55mila in meno rispetto a maggio 2019.

La nazione in assoluto più virtuosa e l’unica – su 31 Paesi UE+UK+EFTA – che fa registrare un invidiabile segno positivo addirittura rispetto al 2019 è la Norvegia, con un +7,2%. Fanalino di coda con oltre il doppio di perdite rispetto alla media europea (-25%) è la Croazia con un -51,2%.

APPELLO AGLI INCENTIVI

“Il rallentamento dell’Italia rispetto ai major markets europei, sia nel numero complessivo delle immatricolazioni sia nella quota delle auto ibride (HEV) – commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – è indice dell’esaurirsi degli incentivi della fascia 61-135 g/Km, il cui ruolo è stato determinante per il rinnovo del parco circolante, fra i più vecchi d’Europa. 

Grazie anche agli incentivi a questa fascia di vetture – aggiunge Cardinali – nel primo trimestre dell’anno il nostro Paese ha ridotto di 11,3 g/Km le emissioni di CO2 sulle nuove immatricolazioni, un successo che per il 70% è da attribuire proprio alle auto della fascia 61-135 g/Km, che oltretutto hanno sostituito altrettante vetture obsolete. 

Se si vuole raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 – chiosa Andrea Cardinali – l’Italia non può prescindere dalla proroga dell’Ecobonus fino al 2026, necessaria per sostenere la domanda di veicoli nuovi durante la transizione energetica e ridurre l’impatto sull’ambiente”.

PERSI 1,7 MILIONI DI VEICOLI

Nel mese di maggio 2021 le immatricolazioni di nuove autovetture in Europa sono state 1.083.795, come detto in crescita del 73,7% su maggio 2020 e in calo del 25% rispetto a maggio 2019, con una perdita di 360.378 vetture. Inoltre, nei primi cinque mesi del 2021 con 5.204.398 immatricolazioni contro le 6.936.184 del 2019 mancano all’appello 1.731.786 auto (-25%).

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